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Prodotti tipici della lucchesia

I prodotti tipici della terra di Lucca

La provincia di Lucca è una miniera di risorse per quanto rigarda i prodotti tipici toscani.
Di eseguito ne elenchiamo solo una minima parte, quella ritenuta più importante e conosciuta a livello nazionale ed internazionale, come il vino e l'olio.

Il Latte e  la carne della Garfagnana


Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Nel verde della Garfagnana, in una natura ancora incontaminata, pascola una razza di mucche da latte detta Garfagnina che produce ottima carne ed una qualità di latte detto latte garfagnana che viene selezionato con cura ed attenzione e commercializzato in gran parte della Toscana.

Formaggio


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Il latte ovino prodotto sul territorio della Lucchesia, invece, viene tutto trasformato in formaggio, per lo più da parte degli stessi allevatori. Il formaggio ovino, nostrano, per 1'untuosità della pasta appartiene ai formaggi grassi, per la consistenza a quelli duri o semiduri, a seconda della stagionatura ai formaggi freschi e stagionali.
Questo formaggio è ottimo sotto tutti i punti di vista e capace di soddisfare i palati più esigenti.

Buccellato



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È il dolce più noto della città. Si può trovare sia nella tradizionale forma di ciambella che fatto a sfilatino. Ottimo inzuppato nel cappuccino o anche nel vino. I suoi ingredienti sono: farina, zucchero, anici e uva secca.

Il sigaro “Toscano”



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

La pioggia e successivamente il sole estivo fermentarono del tabacco Kentucky lasciato in un cortile. Questo tabacco "andato a male" divenne il ripieno di alcuni sigari da commercializzare a basso costo. Nacque così, inaspettatamente, un sigaro dal sapore più intenso e gradevole dei sigari normali. Nacque il Toscano. Era il 1818.


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Oggi la manifattura di Lucca produce sigari nel rispetto della tradizione de il Toscano fatto a mano, e con le sue tabacchine preparate a curare il tabacco in tutte le fasi della lavorazione, rappresenta un vero e proprio patrimonio di artigianalità. Oggi come nel XIX secolo, il sapore forte della toscanità è racchiuso tutto nel sigaro Toscano.

L’olio d’oliva delle colline lucchesi.


Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

La coltura dell'olivo, fin dai tempi antichi, ha contraddistinto la Provincia di Lucca. Le spiccate caratteristiche dell'olio di oliva Lucchese, lo hanno elevato a nutrimento "principe" non solo per le sue proprietà organolettiche, ma anche per quelle "dietologiche", per una sana e corretta alimentazione. Per "OLIO EXTRAVERGINE DELLE COLLINE LUCCHESI" così come attualmente definito con la menzione geografica aggiuntiva in ambito della Indicazione Geografica Protetta – IGP per l'olio extravergine di oliva "TOSCANO", s'intende l'olio geograficamente definito del perimetro indicato nell'ambito della cartografia presentata per la menzione geografica stessa. Si tratta di un olio unico per la perfezione del sapore (fruttato di oliva al giusto punto di maturazione, intensa sensazione di dolce, piccante accennato), del colore (giallo dorato con riflessi verdi) e dell'aroma complessivo, tanto che molti assaggiatori che si recano tutt'oggi nelle varie zone italiane di produzione per acquistare olio per conto delle aziende per cui lavorano, si portano dietro un campione di olio extravergine delle Colline lucchesi da usare come termine di paragone. Le olive utilizzate appartengono, in percentuale sino al 90% alla varietà "FRANTOIO", sino al 20% alla varietà "LECCINO" e, in percentuale minore, alle varietà "PENDOLINO" e "MAURINO". Attualmente, in base al Reg. CEE no 2081, è in fase di riconoscimento per la Denominazione di Origine Protetta - DOP - "LUCCA", con apposito disciplinare di produzione. Quest'olio è così famoso nel mondo che il Concise Oxford Dictionary lo definisce "LUCCA OIL Superior Quality of olive Oil" accomunandolo così, in questo privilegio, unico fra tutti gli oli del mondo, a prodotti come "COGNAC" o "CHAMPAGNE".

Il Vino



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Dalle suggestive pendici di Pieve Santo Stefano fino a San Gennaro e, oltre Montecarlo, verso le colline di Porcari e Altopascio, la vite si estende rigogliosa connotando il paesaggio con 1'antica geometria dei filari. È questa la zona di produzione dei DOC Colline lucchesi e Montecarlo: terreni formati dai detriti del sistema appenninico, in prevalenza argilla ed elementi silicei, talvolta misti a quelli ghiaiosi derivanti dalle Alpi Apuane, ideali per la coltura della vite e naturale premessa per vini di ottima qualità. Il clima dolce, l'esposizione a mezzogiorno e la presenza di cime più alte che proteggono dai freddi di settentrione contribuiscono a una produzione forte, sana, con alto tasso zuccherino e intensi profumi. Le nuove tecniche di vinificazione e di imbottigliamento hanno esaltato i pregi originari di questi vini che già i Fiorentini e i Pisani apprezzavano e consumavano in abbondanza, come appare documentato, fin dal Quattrocento, dai registri commerciali di Lucca.
Colline lucchesi Doc.
Sono vini che provengono dalle uve di vigneti coltivati nei comuni di Lucca, Capannori e Porcari. Si tratta di una pregevole zona viticola che comprende Pieve Santo Stefano, Cappella, la zona alta del Morianese e, oltre il Serchio, San Pancrazio, Matraia, Valgiano, Segromigno in Monte, Gragnano, Tofori e San Gennaro, fino alla parte alta di Porcari. I vitigni coltivati, per Lunga tradizione, sono Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo e Merlot per il rosso; Trebbiano Toscano, Greco, Grechetto, vermentinu bianco, Malvusia del Chianti, Churdonnuy e Sauvignon per il bianco.
Montecarlo Doc.
Sono vini che provengono dalle uve di vigneti coltivati nel comune di Montecarlo e in parte nei comuni di Altopascio e Porcari. L'abitato di Montecarlo, che culmina con un castello medioevale e una cinta muraria quasi integra, corona la sommità di una collina coltivata a vite e olivo, da cui si domina un magnifico panorama: a nord le colline lucchesi, a est il piano e il colle della Valdinievole e a sud-ovest la piana di Lucca. I vitigni sono Trebbiano Toscano, Semillon, Pinot grigio e bianco, Vermentino, Sauvignon e Roussanne per il bianco; Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino, Malvusia nera e Syrah per il rosso.

Le castagne



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

La tradizione della farina di castagne, comunemente detta "farina di neccio", ha radici antiche in Garfagnana e il suo utilizzo, per la popolazione, è paragonabile a quello della farina di grano  nelle zone di pianura. I1 castagno quindi "albero del pane" e i suoi frutti, le castagne, "pane d'albero".
Sebbene fosse consumata per lo più come polenta, le varianti per utilizzare la farina non mancavano. La farina, sciolta in acqua e cotta sul fuoco tra due piastre di metallo, dava i "necci" che si accompagnavano bene alla ricotta o ai salumi. Impastata con acqua, noci, bucce d'arancia, olio e cotta nel forno dava il famoso castagnaccio. Oggi la farina non sfama più la gente ma se ne può apprezzare il profumo e la delicatezza che si prova al palato ogni volta che si gusta un "neccio" o un "castagnaccio".
Questa fragranza di sapori nasce a cominciare dal "metato" (piccolo edificio rurale) in cui le castagne, una volta raccolte, sono essiccate. Tradizionalmente alimentato dal fuoco lento dei ciocchi di castagno, è nel "metato" che le castagne, dopo una permanenza di circa 40 giorni, assumono quelle proprietà che saranno poi apprezzate una volta pulite e trasformate in "farina di neccio della Garfagnana".

Vedi anche le ricette tipiche lucchesi:

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